La Corte di Giustizia dell'Ue ha respinto il ricorso di Google e Alphabet contro la maxi multa per 2,4 miliardi di euro inflitta dalla Commissione Ue al colosso di Mountain View.
Google era stata accusata nel 2017 di avere abusato della propria posizione dominante nel comparto delle ricerche su Internet, favorendo il proprio comparatore di prodotti, rispetto a quelli dei comparatori di prodotti concorrenti. Il Tribunale aveva già respinto il ricorso della società nel novembre 2021.
Secondo l'accusa, Big G aveva privilegiato, sulla sua pagina di risultati di ricerca generale, i risultati del proprio comparatore di prodotti Google Shopping rispetto a quelli dei comparatori concorrenti. I risultati di Google Shopping venivano presentati in prima posizione tra i risultati delle ricerche e valorizzati all'interno di cornici accompagnate da immagini e test, mentre gli altri apparivano come semplici risultati generici, presentati sotto forma di link blu.
"La sentenza della Corte di giustizia su Google Shopping conferma la decisione della Commissione secondo cui Google ha favorito, nei suoi risultati di ricerca generali, il suo servizio di comparazione degli acquisti Google Shopping, rispetto ai servizi forniti dai suoi rivali. La Corte di giustizia conferma che, in determinate circostanze, il trattamento favorevole dei suoi servizi da parte di una società dominante può costituire una violazione dell'articolo 102 TFUE. Questa importante sentenza convalida l'approccio della Commissione a tali pratiche. Le chiamiamo 'auto-preferenza'", ha spiegato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, nel corso di una conferenza stampa.
"Le società dominanti, come qualsiasi altra società, sono ovviamente libere di innovare in tutti i campi, ma nel farlo, dovrebbero competere in base ai meriti - ha aggiunto Vestager -. Tuttavia, non possono fare affidamento sul vantaggio competitivo che detengono in base al loro potere di mercato. In futuro, la Commissione si assicurerà che i principi sanciti in questa sentenza, che ora è definitiva, siano rispettati a vantaggio di tutti i consumatori europei".
La sentenza è stata così commentata da un portavoce di Google: "Siamo delusi dalla decisione della Corte. Questa sentenza si riferisce a un insieme di fatti molto specifico. Abbiamo apportato modifiche nel 2017 per conformarci alla decisione della Commissione europea e il nostro approccio ha funzionato con successo per oltre sette anni, generando miliardi di clic per oltre 800 servizi di comparazione prezzi".
Anche Apple condannata: dovrà versare 13 miliardi di tasse arretrate
La Corte di Giustizia dell'Ue ha inoltre annullato la sentenza del Tribunale sui ruling fiscali adottati dall'Irlanda a favore della Apple, confermando la decisione della Commissione europea del 2016 secondo cui Dublino ha concesso dei vantaggi fiscali illegali, per un totale di 13 miliardi di euro, al gruppo della mela morsicata, che il Paese è ora tenuto a recuperare.