La pubblicità su Netflix diventa realtà? La piattaforma valuta un abbonamento supportato da adv
L'app di streaming video ha registrato il primo calo di utenti della sua storia. E ora pensa di lanciare delle offerte economiche ad-supported
Sin dalla sua nascita, Netflix è stato un baluardo del video on demand libero da pubblicità. Ma ora, complice una trimestrale non rosea e il primo calo degli abbonamenti della sua storia, la piattaforma streaming potrebbe dare una brusca virata al proprio business plan, aprendo la strada all’arrivo di annunci pubblicitari.
Lo ha annunciato la stessa società in occasione della call di bilancio del primo trimestre 2022, quando il suo chief executive Reed Hastings ha dichiarato che la società sta considerando l’introduzione di un nuovo abbonamento economico supportato da pubblicità.
Netflix registra il primo calo di utenti della sua storia
L’ultima trimestrale di Netflix non è stata in effetti particolarmente brillante. I numeri della piattaforma hanno risentito della fisiologica frenata dopo le crescite esponenziali del periodo emergenza Covid – quando in tanti, complice il lockdown, si sono convertiti ai servizi video in streaming – ma anche della sempre più serrata concorrenza, con servizi come Disney+ e Amazon Prime Video che hanno puntato molto su produzioni di qualità e hanno eroso quote di mercato. Senza dimenticare il fatto che il mercato del video on demand ha raggiunto ormai un’elevata penetrazione, il che inevitabilmente porta a un rallentamento dei suoi tassi di crescita. Se a tutto questo poi si aggiunge anche il conflitto in Ucraina e l’uscita di Netflix dal – cospicuo – mercato russo, si capisce come il servizio abbia potuto registrare il primo calo di abbonamenti della sua storia ultradecennale.
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Nel primo trimestre 2022, Netflix ha perso 200mila abbonati, a fronte di un aumento previsto di 2,5 milioni, e nel prossimo futuro conta di non invertire il trend: la società si aspetta infatti di perdere fino a 2 milioni di sottoscrittori nel prossimo trimestre. Un anno fa, nello stesso periodo, ne aveva aggiunti 4 milioni.
Complessivamente, la base utenti di Netflix è scesa dai 221,8 milioni del precedente trimestre ai 221,6 del 31 marzo 2022. Un calo che tiene conto anche della sospensione del servizio in Russia, che secondo la società ha portato alla perdita di 700 mila abbonati, e senza la quale il numero di utenti sarebbe addirittura aumentato. Ma sta di fatto che un’inversione di tendenza c’è stata, e dunque la società si prepara a correre ai ripari.
Da qui la decisione di modificare il proprio business model, puntando su abbonamenti più economici, il che nelle intenzioni della società potrebbe anche essere un buon deterrente alla condivisione degli account, pratica diffusa per cui più nuclei familiari utilizzano uno stesso account condividendo i costi dell’abbonamento. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Netflix, attraverso questa pratica, il servizio viene usato oltre che dai quasi 222 milioni di abbonati registrati, da almeno altri 100 milioni di persone o nuclei familiari.
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E per compensare l’abbassamento del costo degli abbonamenti, l’inserimento di pubblicità nei contenuti della piattaforma diventa un’opzione presa seriamente in considerazione: “Consentire agli utenti che vogliono abbonamenti a prezzi più bassi e tollerano la pubblicità di avere quello che vogliono ha molto senso – ha spiegato Hasting agli analisti –. Per cui è qualcosa che stiamo valutando”. Il manager ha aggiunto che la società avrebbe in mente di realizzare forme di abbonamento più economiche e “ad-supported”, in affiancamento a quelle già esistenti, ed ha puntualizzato che l’inserimento di pubblicità sarà sempre una “scelta dei consumatori”. Le nuove offerte economiche potrebbero vedere la luce entro il prossimo anno o quello successivo.
Netflix, intanto, ha registrato nel primo trimestre 2022 una crescita del fatturato del 10% a 7,87 miliardi di dollari. I suoi principali mercati restano US e Canada, ma importanti crescite si registrano dai mercati APAC, sia in termini di utenza che di ricavi, con un +20%. A seguito della comunicazione dei dati di bilancio, le azioni della società hanno perso fino al 25% nelle contrattazioni after-hours.