Netflix, anche in Italia l'abbonamento con pubblicità partirà il 1° novembre
Per i primi mesi vendita solo in reservation, nel 2023 programmatic e profilazione dell’utente. Obiettivo: 1 milione di utenti in un anno
C’è anche l’Italia tra i primi Paesi in cui Netflix lancerà il nuovo abbonamento economico con pubblicità.
Secondo quanto alcune fonti hanno rivelato ad Engage, nel nostro Paese il debutto del pacchetto “ad-supported”, che segnerà il definitivo approdo della pubblicità su Netflix, avverrà a novembre, mese in cui era già calendarizzato in altri 5 grossi mercati del servizio di streaming (Disney+, uno dei suoi principali competitor, lancerà l’adv a dicembre).
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Il lancio italiano avverrà per fasi, come già - da indiscrezioni di questi mesi - si era intuito Netflix avrebbe operato a livello globale. In un primo momento gli inserzionisti saranno contingentati e la vendita degli spazi pubblicitari avverrà solo in reservation, ossia potremmo dire in modalità “classica”, mentre la commercializzazione in programmatic e – soprattutto – la profilazione dell’utente grazie ai dati proprietari della piattaforma partiranno l’anno prossimo, anche, con ogni probabilità, dopo l’osservazione dei risultati dei primi mesi.
Secondo quanto risulta a Engage, nel corso della presentazione dell’offerta pubblicitaria ai buyer italiani, avvenuta nei giorni scorsi, Netflix avrebbe condiviso anche una proiezione del numero di spettatori unici previsto annualmente, stimando la cifra di oltre 1 milione di persone.
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A livello globale, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la società avrebbe condiviso la cifra di 4,4 milioni di spettatori unici da ora fino alla fine dell’anno, e la stima di una crescita fino a più di 40 milioni di persone entro il terzo trimestre del 2023. Un dato che, ricorda la testata americana, sarà probabilmente più alto di quello dei sottoscrittori del nuovo abbonamento con pubblicità, considerando che normalmente più di una persona all’interno di una famiglia abbonata usufruisce del servizio.
Secondo indiscrezioni circolate nelle scorse settimane, Netflix avrebbe proposto ai buyer dei prezzi da offerta premium per i propri spazi pubblicitari: si parlava di cifre vicine a 65 dollari di CPM, che giusto per avere un piccolo termine di paragone è più di quanto l’anno scorso costava uno spot al Super Bowl (56 dollari).
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Vedremo quale sarà la risposta del mercato. Resta il fatto che, se da un lato gli utenti del servizio fanno gola a brand e agenzie (secondo stime di Omdia, Netflix è il primo servizio di streaming in Italia per numero di abbonati, con 4,6 milioni di sottoscrittori stimati per la fine di quest’anno), pure l’offerta pubblicitaria di Netflix ha fatto storcere il naso a non pochi interessati a causa di alcuni suoi limiti. Ad esempio il fatto che non venga offerta una misurazione indipendente delle performance delle campagne, e più in generale una verifica che i brand stiano ottenendo la visibilità per cui hanno pagato.
Netflix aveva deciso questa primavera di avviare la messa in opera di un abbonamento economico, che prevedesse per la prima volta l’inserimento di pubblicità all’interno dei suoi contenuti, con l’intento di porre un freno a un preoccupante calo di abbonati, il primo della sua storia.
Il partner tecnologico di Netflix per la vendita dei suoi spazi pubblicitari è Microsoft, annunciato ufficialmente lo scorso luglio.