Una inevitabile frenata dei ricavi pubblicitari nel mese di marzo non ha impedito a Spotify di chiudere un solido primo trimestre: tra gennaio e marzo i ricavi della più importante società mondiale di streaming di audio e musica sono stati di 1,848 miliardi di euro, con un balzo del 22% in un anno e un risultato netto in utile per un milione.
I dati finanziari sono superiori alle attese, benché anche per l'azienda con sede in Svezia le prime avvisaglie di un rallentamento del business, e in particolare delle entrate pubblicitarie, si stia facendo sentire. Il valore degli annunci raccolti nel primo trimestre è di 148 milioni, superiore del 17% rispetto al Q1 2019 ma in calo del 32% rispetto al trimestre precedente.
“I ricavi supportati dalla pubblicità non hanno raggiunto le nostre previsioni” di inizio anno, spiega Spotify. “Prima della crisi sanitaria globale, eravamo in una posizione che ci avrebbe consentito di raggiungere o superare il nostro obiettivo per il Q1” Tuttavia, continua la società “a marzo abbiamo assistito a una decelerazione in tutti i canali di vendita in quanto una serie di attività precedentemente prenotate sono state annullate o sospese e gli acquirenti in programmatic hanno ridotto la spesa. Di conseguenza, le entrate supportate dalla pubblicità nelle ultime 3 settimane del trimestre sono state di oltre il 20% inferiori ai livelli previsti”.
Spotify ha comunque citato la tenuta dei business legati alle vendite dirette e alla piattaforma pubblicitaria self-service Ad Studio, che negli scorsi giorni è stata introdotta in versione beta in una serie di nuovi mercati, tra cui l'Italia. Tra gli altri investimenti recenti della società c'è il lancio dei Dynamic Ad Breaks (DAB), disponibili in tutto il mondo dalla fine del trimestre, e l'avvio del beta test di un nuovo prodotto pubblicitario per i podcast.
La prospettiva di minori entrate pubblicitarie è, insieme alle variazioni dei tassi di cambio, la causa di una revisione al ribasso delle previsioni sui ricavi a fine anno, ora collocate nella forbice tra 7,65 e 8,05 miliardi di euro. Le precedenti stime oscillavano tra 8,08 e 8,48 miliardi.
Per quanto riguarda gli utenti attivi mensili, ora ammontano a 286 milioni, con gli utenti paganti (premium) a 130 milioni e gli utenti attivi mensili supportati da pubblicità a 163 milioni. Gli utenti supportati dalla pubblicità stanno crescendo ad un ritmo leggermente più elevato al momento, al 32% contro il 31%, fa sapere Spotify.
A partire da fine febbraio, i dati di consumo del servizio hanno iniziato a risentire delle prime avvisaglie dell'epidemia. In particolare, spiega Spotify, in paesi “fortemente colpiti come l'Italia e la Spagna, abbiamo assistito a un notevole declino degli utenti attivi e dei consumi giornalieri. Ma nelle ultime settimane abbiamo assistito a un rimbalzo dell'ascolto e in molti mercati i consumi si sono notevolmente ripresi”.