Bilancio in linea con le attese per Alphabet, la holding cui fa capo Google, che riporta per il secondo trimestre consecutivo un calo delle entrate pubblicitarie e, per la prima volta nella sua storia, anche una flessione dei ricavi complessivi, seppure contenuta. Segnali positivi arrivano dal Cloud e, sul fronte dell'advertising, da YouTube.
Il gruppo guidato da Sundar Pichai ha archiviato il secondo trimestre dell’anno con un utile netto di 6,96 miliardi di dollari, in flessione rispetto ai 9,95 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il fatturato è sceso a 38,3 miliardi di dollari, con un calo del 2% rispetto al secondo trimestre del 2019. Le entrate pubblicitarie sono state pari a 29,9 miliardi di dollari, con un calo di 2,6 miliardi rispetto agli stessi tre mesi dell'anno scorso.
Sebbene 29,9 miliardi del fatturato trimestrale complessivo di Google sui 38,3 miliardi totali siano arrivati proprio dalla pubblicità, a conferma della dipendenza del gruppo da un mercato in difficoltà, quello dell'advertising, ci sono alcuni elementi positivi: le vendite di Google Cloud e di YouTube hanno continuato a salire, beneficiando della varietà della linea di prodotti offerta. Il fatturato pubblicitario di YouTube è salito del 6%, a 3,8 miliardi di dollari rispetto ai 3,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, mentre le vendite di Google Cloud sono balzate del 43%, a 3 miliardi, rispetto ai 2,1 miliardi del secondo trimestre del 2019.
In una call con gli analisti, la CFO di Alphabet Ruth Porat ha detto di essere “cautamente incorraggiata” dalla crescita della compagnia verso la fine del trimestre finito il 30 di giugno, ma ha aggiunto: “pensiamo che sia prematuro stimare la durate dei recenti trend, vista l'ovvia incertezza sul marco-scenario globale” legato alla pandemia.