Nella sezione "Opinioni", Engage ospita articoli di approfondimento su temi caldi del mondo del digital scritti da esponenti dell'industria del settore. In questo contributo Francesca Lerario, Managing Director Southern Europe di Ogury, si concentra su come il 2024 sia stato un anno di trasformazioni chiave per l'advertising e su come queste stiano guidando il mercato verso un nuovo anno di sfide che possono essere affrontate innovando, collaborando e innalzando sempre di più l’attenzione sulla privacy.
Nel mondo dell’advertising non ci si annoia mai e il 2024 ne è stata la prova. L’anno che sta giungendo al termine ha portato diversi cambiamenti nel settore, con colpi di scena oltre ogni previsione.
Alcuni sviluppi hanno seguito le tendenze già affermate nel 2023, come l’espansione continua delle capacità dell’intelligenza artificiale e l’aumento del ruolo strategico dei media retail per gli inserzionisti. Altri, invece, hanno rappresentato vere e proprie scosse per il mercato. Tra questi, la decisione di Google di lasciare ai consumatori la libertà di scegliere se consentire a terze parti, come gli editori, di utilizzare i loro cookie, evitando però di eliminarli completamente.
Questi eventi sottolineano quanto il futuro del mondo dell’advertising sia imprevedibile. Al tempo stesso, però, rendono l’idea di quanto questo settore sia incredibilmente dinamico, stimolante e ricco di opportunità grazie alla sua evoluzione sempre più rapida e alle prospettive di sviluppo nel segno della costante innovazione. Ed è proprio questa vivacità che ci spinge a guardare oltre e a tentare di prevedere i prossimi colpi di scena ed evoluzioni. Ecco le tendenze principali che, a mio avviso, caratterizzeranno il mondo dell’advertising nell’anno a venire.
I responsabili marketing vivranno un ritorno al futuro
Nonostante la decisione di Google di mantenere i cookie di terze parti possa sembrare un passo indietro, la direzione di sviluppo in realtà non ha mai deviato: sarà infatti la libertà concessa ai consumatori di scegliere se accettarli a decretarne gradualmente la fine. Il nuovo paradigma della privacy è ormai una realtà consolidata e destinata a restare, imponendo agli operatori di marketing un adattamento necessario e inevitabile. Inizialmente si pensava che la scomparsa degli identificatori avrebbe reso le campagne meno efficienti, ma, paradossalmente, si verificherà l’opposto. Per questo, nel 2025, i marketer che avranno fatto il passaggio dall’iper-targeting a un nuovo modello ibrido, basato sia sulle soluzioni della “vecchia scuola” sia sulle tecnologie più avanzate, otterranno risultati migliori, pur dando la priorità alla privacy.
Questo cambiamento segna un ritorno ai fondamentali dell’advertising che saranno arricchiti da una maggiore attenzione nella fase di pianificazione dei media, essenziale per identificare e raggiungere un pubblico realmente pertinente in modo efficace. Allo stesso tempo, le nuove tecnologie giocheranno un ruolo cruciale nel potenziare l’acquisto pubblicitario. Strumenti basati sull'intelligenza artificiale semplificheranno le fasi di impostazione, lancio e ottimizzazione delle campagne, mentre una misurazione più accurata dell'attenzione, compreso il tracciamento del movimento degli occhi, migliorerà ulteriormente l'esecuzione delle campagne. Grazie a questi strumenti, la nuova era dell’advertising sarà allo stesso tempo più potente e più rispettosa della privacy rispetto alla precedente.
La battaglia tra ricerca AI e editori si farà sempre più accesa
La crescita esplosiva dell'intelligenza artificiale non accenna a rallentare. Uno dei più importanti cambiamenti del settore per i consumatori nel 2024 è stato il lancio di soluzioni di ricerca avanzate come Google AI Overviews. Queste soluzioni che integrano o sostituiscono la tradizionale ricerca per parole chiave, generando risposte immediate e sintetiche basate su una varietà di fonti. Questo approccio, insieme all'utilizzo sempre più diffuso da parte degli utenti di soluzioni basate sull'intelligenza artificiale, potrebbero però rappresentare una sfida sostanziale per gli editori.
Le sintesi create dall'intelligenza artificiale, infatti, fanno sì che gli utenti siano sempre meno incentivati a cliccare sui loro siti, diminuendo così il traffico e, di conseguenza, le entrate pubblicitarie. Il problema poi sarà ulteriormente aggravato dalla possibilità di pubblicare annunci all’interno della ricerca basata sull’IA da parte di servizi come Google AI Overviews e Perplexity AI. Questa situazione potrebbe rappresentare un’ulteriore minaccia ad un settore con molte realtà già in stato di crisi.
Per evitare un impatto negativo eccessivo sugli editori, sarà fondamentale trovare un punto di equilibrio tra le esigenze delle piattaforme AI e quelle degli operatori tradizionali Per questo motivo, accordi tra editori come RCS e GEDI con OpenAI o campagne come quella lanciata dagli editori alla Buchmesse di Francoforte contro l’uso di testi protetti da copyright per allenare l’AI, diventeranno ancora più importanti nel prossimo anno, all’interno di un progetto comune a tutte le parti interessate dedicato alla ricerca di un sistema efficace.
Il video advertising accelererà ulteriormente
Lo spostamento di investimenti dalla TV lineare verso i canali CTV subirà un’ulteriore accelerazione nel 2025. Con il crescente successo degli abbonamenti con pubblicità offerti da servizi come Amazon Prime e Disney+, un numero sempre maggiore di brand inizierà a vedere il mondo del video digitale non più come una realtà emergente, ma come il luogo principale in cui effettuare investimenti in video advertising. Al tempo stesso, gli inserzionisti che investiranno in maniera significativa in questi nuovi canali dovranno tener conto della possibilità che questi spazi si trasformino in nuovi Walled Garden.
Con l’aumento di investimenti per la creazione di video destinati a queste piattaforme, gli inserzionisti punteranno sicuramente a estendere la portata delle loro campagne al più ampio “open web”. In questo sistema, anche gli editori che investiranno nello sviluppo di funzionalità video potranno trarne vantaggio. L’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano prevede, infatti, che la spesa per gli annunci video programmatici in Italia aumenti dell’8%-10% fino a raggiungere un valore di 930 milioni di euro a fine 2024.
Gli inserzionisti dovranno prendere più seriamente la sostenibilità
Lo scandalo del Made-For-Advertising, che quest'anno ha fatto scalpore in tutto il settore, ha portato alla luce un doppio problema di sprechi: non solo economici, ma anche a livello di emissioni. Le impression generate in questi casi difficilmente hanno un impatto sui consumatori e generano più emissioni di carbonio rispetto agli annunci di qualità più alta.
L'urgenza di una decarbonizzazione in ambito pubblicitario è ormai innegabile e la riduzione dei siti web Made-For-Advertising è un aspetto indispensabile di questo percorso. Guardando al 2025, possiamo aspettarci un’attenzione sempre maggiore verso le soluzioni di targeting che garantiscano precisione ed efficienza, sia per evitare inutili sprechi di budget sia per ridurre l’impatto ambientale degli annunci.
Qualunque siano le sorprese che il 2025 ci riserverà, una cosa è certa: il settore pubblicitario si troverà nuovamente a fronteggiare sfide significative. Le quali non saranno assolutamente facili da affrontare, ma grazie alla collaborazione, al progresso tecnologico e ad un ruolo della privacy sempre più centrale, il settore sarà in grado di superare questi ostacoli e prosperare a lungo termine. Innovazione e sostenibilità saranno i pilastri di questa trasformazione.