Brand safety: YouTube è la piattaforma più “responsabile” secondo IPG Mediabrands
In un report, la holding media ha indagato quali social network sono più attivi nel promuovere la sicurezza di utenti e aziende. Ecco cosa ha scoperto
Sembrano lontani ormai i tempi in cui YouTube era al centro di scandali e critiche sulla sua poca brand safety. Adesso la piattaforma video di Google è addirittura in cima alla classifica dei social network più “responsabili”, secondo un report condotto da IPG Mediabrands.
La holding media ha lanciato un report trimestrale, chiamato “Media Responsibility Audit”, in cui ha indagato il modo in cui i principali network hanno affrontato e migliorato le proprie politiche di responsabilità sociale. In particolare, sono stati analizzati dieci parametri: la promozione del rispetto sociale, la protezione degli utenti, la promozione della diversità, la raccolta e l’uso dei dati, il benessere dei minori, il blocco dell’hate speech, le fake news, il rafforzamento delle politiche nel tempo, la trasparenza pubblicitaria e l’affidabilità.
Sulla base dell’analisi di questi parametri, lo studio ha posto YouTube in prima posizione come social network più responsabile: un successo dovuto proprio al modo in cui la piattaforma ha affrontato lo scandalo brand safety che l’ha vista protagonista qualche anno fa, quando ignari inserzionisti avevano visto i loro spot apparire all’interno di contenuti violenti ed estremisti. Da allora, YouTube ha posto in essere una serie di miglioramenti e arricchimenti delle proprie politiche di brand safety e di condivisione dei contenuti, proprio con l’obiettivo di assicurare a pubblico e inserzionisti un ambiente più sicuro.
La classifica di IPG Mediabrands vede al secondo posto Twitter, seguito da LinkedIn, Snapchat e Facebook. Pinterest al sesto posto e poi a seguire Twitch, Reddit e TikTok sono considerati come ancora “sotto la media”.
In generale, secondo quanto rivela lo studio, la maggior parte dei social in realtà non sta facendo grandi sforzi per migliorare le proprie politiche. Il report sottolinea in particolare come ci sia un urgente bisogno di promuovere l’utilizzo di società di verifica esterne per la brand safety, necessarie per ovviare alla mancanza di controllo che spesso si riscontra nelle grandi piattaforme. Altro tema emerso è poi quello delle fake news: il controllo della veridicità dei contenuti è qualcosa su cui non tutte le piattaforme lavorano ancora attivamente, con inevitabili ripercussioni sul ruolo “sociale” di questi network e sulla sicurezza di utenti e brand.