Dopo Twitter e Snap, che hanno pubblicato i conti la scorsa settimana, altre tech company hanno chiuso il secondo trimestre dell’anno con risultati in forte crescita battendo le stime degli analisti. Si tratta di Alphabet, la holding a cui fa capo Google, che ha visto crescere fortemente i suoi ricavi grazie al positivo andamento della pubblicità, e di Microsoft e Spotify, anch'esse protagoniste di un trimestre segnato da un forte aumento del giro d’affari legato all’advertising.
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Il giro d'affari Google è stato pari a 61,88 miliardi, in aumento del 62% rispetto al secondo trimestre del 2020, il primo impattato dalla pandemia del Covid-19, e molto meglio dei 56,16 miliardi attesi dagli analisti, mentre l’utile per azione si è attestato a 27,26 dollari rispetto ai 19,34 dollari stimati dal consensus. L’utile netto è stato così di 18,52 miliardi di dollari, più che raddoppiato nel giro di un anno.
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Le entrate pubblicitarie di Google sono state pari a 50,44 miliardi, in rialzo del 69%, con una forte spinta del mercato statunitense. I costi di acquisizione del traffico sono stati pari a 10,93 miliardi, rispetto ai 9,74 miliardi attesi. Molto bene le entrate pubblicitarie di YouTube, in crescita dell’84% a 7 miliardi di dollari contro i 6,37 miliardi previsti. Cresce quindi il fatturato della divisione Google Cloud, pari a 4,63 miliardi rispetto ai 4,40 miliardi ipotizzati dal Consensus.
Da inizio anno il titolo di Alphabet ha guadagnato in Borsa il 51%, percentuale che sale al 72% se si considerano gli ultimi 12 mesi.
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Nonostante i brillanti risultati trimestrali, Ruth Porat, cfo di Alphebet, ha lanciato un messaggio di prudenza al mercato guardando al lungo termine, considerando le incertezze legate ancora alla diffusione del virus nel mondo.