Pubblicità digitale: personalizzazione e privacy possono coesistere? Facebook prova a rispondere
In una tavola rotonda dedicata al tema, Ben Savage, Senior Software Engineer, e Meera Krishna, Product Marketing Lead, Responsibility & Privacy hanno raccontato impegni e iniziative del social network
L'intero settore del digitale sta affrontando enormi trasformazioni riguardanti la privacy e il modo in cui le aziende sono in grado di targetizzare e raggiungere efficacemente i clienti. Si tratta di cambiamenti cruciali guidati dalla regolamentazione, dal contesto economico in continua evoluzione, dall'innovazione tecnologica e dal desiderio delle persone di vedere tutelati i propri dati personali.
In questo scenario si colloca la tavola rotonda di Facebook "The future of digital advertising: can personalisation & privacy co-exist", in cui Ben Savage, Senior Software Engineer, e Meera Krishna, Product Marketing Lead, Responsibility & Privacy hanno raccontato le iniziative e l'impegno del social network volti a coniugare due concetti apparentemente in antitesi.
«Crediamo che la pubblicità personalizzata e mirata sia stata essenziale per la crescita e la vitalità del web, così come per l'economia globale. E sebbene crediamo che siano necessarie regole e normative migliori - riteniamo allo stesso modo che valga la pena preservare e proteggere questo modello, specialmente ora che le imprese lottano per superare la pandemia. Privacy e personalizzazione possono andare di pari passo. Non sono un gioco a somma zero. Il tema è complesso, e può essere difficile da affrontare», è stato spiegato nel corso dell'incontro online.
Secondo Facebook, inoltre, mancherebbe ancora la consapevolezza su come funziona realmente il settore. Il che porterebbe a una certa confusione e alla sensazione che le persone non abbiano il controllo dell’interazione con la pubblicità e che vengano sfruttate. Per queste ragioni l'intero ecosistema avrebbe la responsabilità di educare le persone sul funzionamento della pubblicità digitale e sul suo valore.
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«Ma l'educazione non basta. Le aspettative delle persone sulla privacy sono cambiate e le aziende devono evolversi di pari passo. I professionisti del marketing devono accogliere le nuove tecnologie e utilizzare meno dati per far sì che le persone e le aziende si sentano comprese», è stato sottolineato nella tavola rotonda, «Proteggere la privacy e la sicurezza dei dati delle persone è fondamentale per il funzionamento del nostro business, e in Facebook è responsabilità di tutti. Questo è il motivo per cui stiamo costruendo tecnologie per rafforzare la privacy che ci permettono di fornire pubblicità personalizzata, pur elaborando meno dati personali».
Le tecnologie messe in campo da Facebook
Le tecnologie illustrate da Savage e Krishna sono basate su tecniche crittografiche e statistiche avanzate che hanno l'obiettivo di ridurre al minimo i dati raccolti raccolti, elaborati e condivisi da Facebook, e che aiutano a proteggere i dati in diverse fasi del loro ciclo di vita. L'investimento si trova ancora nelle prime fasi e la società sta continuando ad analizzare le possibili occasioni d'uso.
Allo studio anche soluzioni pubblicitarie che elaborino i dati aggregati per scopi come la misurazione. Attualmente si sta ad esempio implementando la misurazione di eventi aggregati, limitando l'accesso alle informazioni identificabili individualmente che la piattaforma elabora. In via di valutazione anche un approccio noto come "apprendimento federato", progettato per mantenere i dati personali localizzati sul dispositivo di una persona.
Dal punto di vista tecnico, nel corso della tavola rotonda Facebook ha inoltre affermato di aver condiviso proposte di ricerca con altri operatori del settore su ulteriori soluzioni incentrate sulla privacy come le Blind Signatures, per mitigare le frodi pubblicitarie e la corrispondenza privata al fine di ottenere insight dai dati senza dover condividere i dati grezzi con terze parti.