Entro il 20 marzo tutti gli 8.000 dipendenti del Parlamento Europeo dovranno disinstallare TikTok dai propri telefonini aziendali. Con una nota ufficiale, l’organismo europeo di cui è Presidente Roberta Metsola si è dunque allineato alle posizioni già assunte dalla Commissione e Consiglio UE, oltre che dalla Casa Bianca, mettendo al bando l’app cinese di video virali.
Oltre al divieto per i dipendenti è stato “fortemente raccomandato” agli eurodeputati e a tutti gli assistenti di rimuovere TikTok dai loro dispositivi. Il problema è sempre lo stesso: c’è il sospetto che TikTok possa condividere dati degli account con “terzi”, con il timore che il governo Cinese possa usare l'app per attività di spionaggio. “Sono state sollevate preoccupazioni per la sicurezza informatica di TikTok, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati e la raccolta di dati da parte di terzi”, si legge in una nota.
Chiuso il cerchio delle istituzioni europee, ora il tema è all’attenzione anche Governo italiano. Si valuta, infatti, un possibile blocco di TikTok per i dipendenti pubblici, come ha confermato il ministro dalle P.A. Paolo Zangrillo a Repubblica: "Su questo argomento si sta già impegnando il Copasir, ma è evidente che il mio ministero, avendo 3,2 milioni di dipendenti, è fortemente coinvolto – ha spiegato il Ministro - Le opzioni possono essere di muoversi come si è mossa la Commissione europea o eventualmente assumere una decisione diversa. È una scelta che non posso compiere in solitaria, mi devo confrontare con le altre istituzioni e insieme concorderemo una linea". I tempi ha precisato il ministro, saranno stretti, con un possibile vertice già dopo il prossimo week end.
Le preoccupazioni
deludono ovviamente TikTok, che in una nota ha ribadito l’attenzione per la sicurezza dei dati e si è detta
pronta a chiarire i dubbi: "I dati degli utenti italiani, così come quelli europei, non sono conservati in Cina ma negli Stati Uniti e Singapore e presto all'interno dell'Unione europea nel data center irlandese. Così come dichiarato pubblicamente più volte,
il governo cinese non ha mai chiesto l'accesso ai dati dei nostri utenti e laddove dovesse non li condivideremmo. La nostra strategia di data governance - in conformità al Gdpr - si basa su un approccio volto a limitare il più possibile l'accesso ai dati, riducendone al minimo il flusso al di fuori dell'Europa, nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza. Così come per la decisione della Commissione europea, vorremmo rimarcare la nostra piena disponibilità a chiarire i dubbi del governo italiano, auspicando in un confronto dettato da regole e processi certi e trasparenti", ha dichiarato Giacomo
Lev Mannheimer, responsabile relazioni istituzionali Sud Europa per TikTok.