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06/08/2024
di Andrea Di Domenico

AI Generativa: Il 45% dei CISO Italiani è “preoccupato per la sicurezza”

La tendenza sulla tecnologia d'intelligenza artificiale nel report di Proofpoint

Emiliano Massa, Area Vice President, Sales SEUR, Proofpoint

Emiliano Massa, Area Vice President, Sales SEUR, Proofpoint

Se è vero che l'AI generativa si è guadagnata una notevole attenzione all’interno del contesto delle aziende per via di tutti i benefici che promette di offrire, una recente ricerca di Proofpoint, prova che il 45% dei CISO (i Chief Information Security Officer, ndr) italiani vede questa tecnologia come un rischio per la sicurezza della propria organizzazione.

Sempre secondo il report, l'80% dei CISO d’Italia, intervistati dall’organizzazione con expertise nella cybersecurity e nella compliance, intende implementare funzionalità basate sull'AI per migliorare la protezione contro l'errore umano e le minacce informatiche avanzate, ma, nonostante l'entusiasmo, la cybersecurity rappresenta un ostacolo significativo alla sua adozione generalizzata.

AI Generativa: preoccupazioni per la sicurezza

I sistemi di AI, inclusi quelli generativi come ChatGPT e Bard, sono vulnerabili a nuove minacce specifiche che devono essere attentamente considerate. Il rapido sviluppo di questi sistemi potrebbe portare a trascurare aspetti cruciali della sicurezza.


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“Nella corsa globale allo sviluppo di sistemi e applicazioni basati sull'AI, la velocità di innovazione può spesso compromettere la sicurezza”, si legge in una nota che parla della ricerca e che prosegue: “Sebbene i sistemi AI offrano grandi potenzialità, per sfruttare appieno queste opportunità è necessario svilupparli e gestirli in modo sicuro e responsabile”.

L'Impatto del phishing potenziato dall'AI

Una delle principali preoccupazioni è l'uso dell'AI generativa per creare messaggi di phishing altamente convincenti e automatizzati. Questa minaccia è già realtà: dopo il lancio di ChatGPT, gli attacchi BEC (Business Email Compromise) basati sulle lingue sono aumentati a livello globale, diventando più personalizzati e convincenti.

“In Italia”, scrive nella nota Emiliano Massa, Area Vice President, Sales SEUR, Proofpoint, “il 51% delle aziende intervistate è stato colpito da attacchi BEC sia nel 2022 che nel 2023. In altri Paesi, l'aumento è stato significativo: in Giappone del 35%, in Corea del 31% e negli Emirati Arabi Uniti del 29%. Questi aumenti sono stati possibili grazie all'AI, che permette agli aggressori di superare barriere culturali e linguistiche e di estrarre dati utilizzabili più facilmente e rapidamente”.

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