Unilever cambia strategia pubblicitaria ma non diminuisce gli investimenti
La multinazionale del largo consumo anglo-olandese rivede il proprio modus operandi puntando su media più efficaci e sostenendo le categorie che crescono di più in termini di vendite
Anche Unilever come Procter& Gamble (e diversamente da Coca-Cola) non cede di fronte alla pandemia e decide di mantenere inalterata la spesa riservata alla pubblicità. La multinazionale del largo consumo anglo-olandese rivede però il proprio modus operandi anche in questo settore e, come ha spiegato il direttore generale Alan Jope nel corso della conferenza call sui risultati del primo trimestre, «ha deciso di interrompere la produzione delle principali campagne pubblicitarie e di cambiare le modalità di investimento al fine di poter contare su una comunicazione più efficace».
Il gruppo ha ad esempio limitato la spesa pubblicitarie su quei media, come l’outdoor, duramente colpiti dalla pandemia e dal misure messe in atto per contrastare. Dall’altro lato la pubblicità di Unilver sta sostenendo quei settori che stanno crescendo di più in queste settimane, come l’home care, il food, i prodotti per l’igiene e per la cura delle pelle.
Unilever sta inoltre modificando la strategia media anche in relazione alle nuove dinamiche dei prezzi della pubblicità. «Le tariffe stanno precipitando e i marchi possono così raggiungere i loro obiettivi di reach a costi inferiori». Il centro media con cui la società lavora nel mondo, Italia compresa, è Mindshare.
La compagnia si sta dunque muovendo con la consapevolezza che i cambiamenti imposti dal Coronavirus alle modalità di consumo saranno duraturi e non limitati nel breve periodo. E' il caso ad esempio dell'ecommerce: in Cina, Unilever ha visto crescere le vendite online del 34%, mentre quelle offline sono diminuite a due cifre.