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11/03/2024
di Teresa Nappi

Il regolamento sull'equo compenso per le pubblicazioni online torna in vigore. Lo decide il Consiglio di Stato

In seguito a un ricorso presentato da Meta al Tar, il regolamento dell'Agcom era stato congelato in attesa che sul caso si esprimesse la Corte di Giustizia Ue. Ma la decisione di oggi ribalta la situazione

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Il Consiglio di Stato ha emesso una decisione favorevole ad Agcom e Fieg nella disputa con Meta-Facebook, riattivando il regolamento Agcom sull'equo compenso, a cui si è arrivati in attuazione dell’articolo 43-bis della legge sul diritto d’autore.

Viene dunque riconosciuto l’equo compenso per gli editori per l’utilizzo dei loro articoli da parte delle piattaforme online, social network inclusi, con la possibilità per gli autori di ricevere una quota dei proventi.

Come sono andate le cose: la cronologia dei fatti

Sulla base della direttiva Ue sul copyright, all’inizio del 2023 il Garante delle comunicazioni (AgCom) aveva redatto il suo regolamento sull’equo compenso.


Leggi anche: L’AGCOM APPROVA LE REGOLE SULL'EQUO COMPENSO PER LE PUBBLICAZIONI ONLINE


Meta aveva poi presentato un ricorso contro il regolamento al Tar per il Lazio che, alla fine del 2023 - in attesa del parere richiesto alla Corte di Giustizia Ue -, ne aveva sospeso l’applicazione.

Nelle scorse settimane il Garante delle comunicazioni (Agcom) e la Federazione italiana editori giornali (Fieg) hanno quindi deciso di rivolgersi al Consiglio di Stato per chiedere di annullare la sentenza del Tar e iI blocco cautelare del regolamento.

Richiesta che è stata dunque ora accordata e che di fatto sblocca il regolamento che entra di nuovo in vigore.

Fieg esprime soddisfazione

Fieg si dichiara soddisfatta della decisione del Consiglio di Stato di accogliere favorevolmente l’appello dell’Autorità Garante per le Comunicazioni (Agcom) contro la sospensione del regolamento sull’equo compenso per l’utilizzo online delle pubblicazioni giornalistiche. 

Sospensione che, come osservato dagli editori Fieg nella memoria a sostegno delle ragioni dell’Autorità, “avrebbe avuto come solo effetto quello di privare editori e piattaforme digitali della possibilità di avvalersi dell’apporto di un soggetto terzo competente (l’Agcom), in grado di facilitare il raggiungimento di un accordo”.

All’esito della bilanciata valutazione dei contrapposti interessi operata dal Consiglio di Stato, “il regolamento Agcom torna a essere efficace e a svolgere la sua funzione fondamentale per il buon esito delle trattative, che da oggi potranno nuovamente svolgersi anche tenendo conto dei criteri di riferimento elaborati dall’Autorità al fine di determinare quanto dovuto agli editori per l’uso che le piattaforme fanno dei contenuti giornalistici”, dichiara Fieg per mezzo di una nota.

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