• Programmatic
  • Engage conference
  • Engage Play
11/06/2024
di Francesco Leone

Apple diventa “Intelligence” grazie a OpenAI e infiamma la corsa all’AI delle Big Tech

Dall’accordo con la tech company guidata da Sam Altman alle novità di Siri passando per la polemica sollevata da Elon Musk: tutto quello che c’è da sapere

In foto Tim Cook, Ceo di Apple

In foto Tim Cook, Ceo di Apple

Tim Cook lo aveva definito il “prossimo grande passo” per la sua azienda, certamente, oggi, quello di Apple, più che un passo è stato un vero e proprio scatto nella corsa all’AI delle Big Tech.

Già, perché se il timore (anche verso gli investitori) era quello di essere rimasti un po’ indietro in termini di novità tecnologiche, l’annuncio della collaborazione tra la casa di Cupertino e OpenAI -accordo che porta ChatGpt sui dispositivi della mela- segna un nuovo traguardo da solcare nella gara che vede, tra le altre, Alphabet, Amazon e Meta, rincorrersi l’un l’altra nel grande circuito dell’innovazione, all’insegna dei prodotti potenziati dall’intelligenza artificiale.

Il sistema, presentato alla conferenza mondiale degli sviluppatori di quest’anno, si chiama “Apple Intelligence” e, di fatto, non è nient’altro che la suite proprietaria di AI generativa di Apple alimentata dalla collaborazione con la tech company guidata da Sam Altman.

Assistente vocale, chatbot e privacy: le novità

Tra le novità principali quella su Siri, che quindi sarà in grado di porre domande a ChatGPT, sfruttando la potenza dei suoi modelli linguistici, sebbene l'assistente vocale chiederà il permesso dell'utente prima di comunicare con la chatbot. Gli utenti Apple non avranno bisogno di un abbonamento per accedere a questa funzione.

Questo permetterà un'integrazione “senza soluzione di continuità” garantendo allo stesso tempo che “l’utente abbia il controllo su quando viene utilizzato ChatGPT”, dice Craig Federighi, vicepresidente senior della divisione software engineering di Apple.

Siri sarà anche in grado di eseguire azioni più dettagliate sulle app native della casa di Cupertino, con nuovi strumenti che permetteranno agli sviluppatori di terze parti di sfruttare queste funzionalità.

Apple ha sottolineato che il suo approccio all'AI sarà focalizzato sulla protezione della privacy degli utenti, con modelli che funzionano localmente sui dispositivi e sui server cloud dell'azienda, alimentati dai suoi chip. “È consapevole dei tuoi dati personali senza raccogliere i tuoi dati personali”, ha detto Federighi riferendosi al nuovo sistema di AI di Apple.

La polemica sollevata da Elon Musk

Ha sin da subito sostenuto che l'integrazione di Apple con OpenAI a livello di sistema operativo rappresenterebbe "una violazione della sicurezza inaccettabile”, e adesso che è stato ufficializzato l’accordo, è stato il primo a suonare l’allarme, arrivando addirittura a proibire i device della casa di Cupertino nelle sue aziende.

Elon Musk, che, ricordiamolo, ha un passato burrascoso con Altman (in quanto è stato uno dei fondatori dell’azienda prima di lasciarla nel 2018 e citarla successivamente in giudizio) e vanta la fama di essere un critico occasionale di Apple (che ha ritirato i fondi pubblicitari da X alla fine dell'anno scorso dopo che il patron di Telsa ha messo un like a un post dalle idee antisemite), non ha preso di buon grado la notizia della collaborazione sull’AI tra le due tech company.

Musk, che ha la sua startup di AI, chiamata xAI, ha sempre ribadito la sua posizione sull’etica che ruota attorno all’introduzione di paradigmi di intelligenza artificiale in relazione alla centralità della componente umana, e ha più volte richiamato l’attenzione pubblica a proposito dei pericoli che l’impiego dell’AI potrebbe comportare, definendo quest’ultima come "la nostra più grande minaccia esistenziale".

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI