16/02/2024
di Simone Freddi

Pubblicità e Gen AI, come sta già cambiando tutto tra creatività e customer experience

Cosa si sta facendo oggi e cosa si farà in futuro: l'impatto di ChatGPT e delle altre tecnologie di intelligenza artificiale sulla comunicazione al centro di un evento organizzato da Plan.net a Milano

Secondo Gartner, il 70% delle aziende investirà nel settore delle AI generative entro il 2025, mentre Goldman Sachs ha stimato che entro il prossimo anno gli investimenti in start up che hanno come asset principale l’AI toccheranno i 200 miliardi di dollari, una cifra superiore al Pil di un Paese come il Qatar.

Due dati che descrivono inequivocabilmente l’aspettativa che il business ripone in questo genere di tecnologie, e l’ambito del marketing e della pubblicità non fa eccezione. Dalla creatività all’ottimizzazione delle strategie media fino alla customer experience, sono già tante le aree in cui gli ChatGPT e gli altri modelli di Gen AI (Copilot, Gemini per citare i più noti) stanno dimostrando il loro potenziale, mettendo aziende e agenzie di fronte a un bivio: cavalcare la rivoluzione, o rischiare di rimanere fuori dal mercato.

Siamo di fronte a un nuovo cambio di paradigma? «La Gen AI è destinata a cambiare radicalmente il modo in cui interagiamo con gli strumenti web based e non solo», ha detto Vittorio Bucci, Ceo di Mediaplus Italy, giovedì in un evento organizzato da Plan.net (l'agenzia di martech parte, come Mediaplus, del Gruppo Serviceplan) all’interno dello spazio House of BMW a Milano.

Vittorio Bucci

La curva di adozione di strumenti come ChatGPT (scrittura, codice), Midjourney (immagini), Runaway (video) Suno (musica) è altissima, dall’uso personale a quello professionale. «Così come qualche anno fa la Apple ci diceva nei suoi spot dell’iPhone “c’è un’App per tutto”, oggi possiamo dire che c’è un tool di Ai Generativa per ogni ambito. E questo ci dà già la possibilità di migliorare il modo in cui scriviamo, traduciamo, conserviamo, leggiamo, creiamo oggetti digitali e, sempre di più, oggetti reali. Si tratta di strumenti che stanno radicalmente l’esperienza di chi fa comunicazione, anche se bisogna prestare attenzione ai loro lati oscuri, come il deep fake», ha detto Bucci, che ha spiegato come il Gruppo Serviceplan abbia messo l'Ai al centro delle proprie piorità, con due Lab dedicati in Germania e un team specifico anche in Italia. 

Nel corso dell’evento, l’imprenditore e docente di AI Jacopo Perfetti ha illustrato in una serie di esempi i modi in cui già oggi le app di AI generativa possono concretamente supportare i professionisti della pubblicità nel proprio lavoro: con ChatGPT per esempio non solo si possono scrivere testi, ma con i giusti “prompt” l’app è in grado di sviluppare in pochi secondo un’intera campagna, dal concept fino al piano media con i relativi asset creativi multimediali. Di base il livello non è eccelso, ma è la stessa AI a offrirci gli strumenti idonei a migliorare moltissimo gli output, se messa in mani esperte. Insomma: non sarà l’Ai a rubarci il lavoro, ma una persona che usa l’AI.

Jacopo Perfetti

Non c’è dubbio che il 2023 sia stato l’anno del turning point per l’Ai Generativa, l’accelerazione è travolgente. Così, se fino a qualche anno fa c’è chi sosteneva che l’intelligenza artificiale avrebbe raggiunto la creatività umana intorno al 2060, oggi si pensa che ciò avverrà già all’inizio degli anni ‘30. E nel frattempo? Allo stato attuale, l’AI offre già alle agenzie pubblicitarie due ordini di vantaggi: quantitativo, innanzitutto perché l’aumento della produttività nel campo del brainstorming, della content creation, della marketing research, ma anche dei task amministrativi si traduce in risparmio di tempo e budget. E poi qualitativo, grazie alla combinazione tra l’idea creativa umana e la potenza esecutiva dell’AI.

In effetti ci sono già diversi esempi di campagne capaci di sfruttare questa possibilità. Stella Artois ha usato l’AI per scandagliare tutti i dipinti della storia dell’arte contenenti una bevanda e, incrociando l’analisi delle immagini con data e luogo della produzione dell’opera, calcolare la possibilità che la bevanda ritratta fosse proprio una birra del l’antica marca belga. Coca-Cola, invece, ha usato l’AI per dare vita a una landing page in cui chiunque può generare la sua “pubblicità Coca-Cola” personalizzata. Ma il campo dove l’impatto dell’AI è potenzialmente più significativo, almeno in tempi brevi, sono le esperienze personalizzate, come ha spiegato Domenico Genovese, Managing Partner di Plan.net Italia. Tra interfacce sempre più sviluppate (dove per esempio l’interazione uomo-macchina può avvenire semplicemente parlando), output sempre più sofisticati e conoscenza approfondita del cliente, l’AI si configura come un potente alleato dei brand per il miglioramento della customer experience complessiva, dal primo contatto fino al post acquisto. Guardando più avanti, l'idea condivisa è che potremmo essere solo al primo step di una rivoluzione di cui gli esiti, per ora, riusciamo solo a intravvedere. E dove il limite da colmare, se c'è, non è di tecnologia ma di immaginazione

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