Webuild ha recentemente lanciato una campagna pubblicitaria che pone al centro dello storytelling cinque atlete italiane. Intitolata "Webuild per lo sport. Costruire un sogno: Storie di Campionesse", la campagna celebra l’impegno, la passione e la determinazione che accomunano le imprese sportive delle atlete e il lavoro quotidiano degli uomini e delle donne di Webuild.
Il filo conduttore della campagna: Sogniamo, costruiamo, vinciamo
Il tema principale della campagna pubblicitaria è racchiuso nel motto "We dream, we build, we win" ("Sogniamo, costruiamo, vinciamo"), un’espressione che simboleggia il legame tra Webuild e cinque campionesse azzurre: Caterina Banti (vela), Alice Bellandi (judo), Zaynab Dosso e Antonella Palmisano (atletica), e Angela Carini (pugilato). Le storie di successo di queste atlete, insieme ai valori di audacia, perseveranza, resilienza, tenacia e passione, costituiscono il cuore di questa iniziativa.
Pubblicità e infrastrutture: un connubio di valori condivisi
La campagna di Webuild non si limita a raccontare le storie di queste atlete, ma le affianca alle esperienze quotidiane delle persone che lavorano nei cantieri Webuild, impegnati in oltre 150 progetti in tutto il mondo. L’obiettivo è mettere in luce come i valori che guidano i campioni sportivi siano gli stessi che permettono a Webuild di realizzare infrastrutture che fanno la differenza. Questo connubio tra sport e grandi opere sottolinea l’importanza del lavoro di squadra, della valorizzazione dei talenti e della capacità di affrontare sfide complesse.
Reazioni sui social media: il caso Angela Carini
La pubblicazione della campagna ha scatenato diverse reazioni sui social media, con una particolare attenzione alla presenza di Angela Carini, protagonista di una recente controversia alle Olimpiadi. La pugile è stata criticata per aver abbandonato il match contro l’algerina Imane Khelife dopo appena 46 secondi, in un contesto già infiammato da false notizie che etichettavano erroneamente Khelife come atleta transgender.
Sui social, alcuni utenti hanno ironizzato sul fatto che, così come Carini non ha terminato il suo incontro, nemmeno le opere di Webuild saranno mai portate a termine. Altri commenti hanno sarcasticamente affermato che "se il Ponte avrà la stessa resistenza di Carini, siamo in una botte di ferro". Le reazioni, spesso poco gentili verso l'atleta, hanno sollevato critiche anche sulla scelta di Webuild di includerla nella campagna pubblicitaria (la quale, va notato, è sicuramente stata registrata prima dei Giochi Olimpici e delle relative polemiche).