di Francesco Leone

Editori online contro Google: via libera alla class action a Londra per 16 miliardi di euro

Il tribunale d'appello per la concorrenza di Londra ha dato il via libera alla class action degli editori di siti web britannici contro Google per presunta attività anticompetitiva nella pubblicità digitale. L'azione legale, chiamata Ad Tech Collective Action, riunisce circa 100 editori e chiede un risarcimento di 13,6 miliardi di sterline (circa 16 miliardi di euro).

Al centro della controversia c'è il sistema di Google chiamato "BiG" (Bidding Infrastructure Group), che decide quali annunci online le persone vedono e quanto costano. Gli editori accusano Google di abusare della sua posizione dominante nel mercato favorendo i propri prodotti e servizi rispetto a quelli dei concorrenti.


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Secondo Ad Tech Collective Action, Google ha utilizzato la sua tecnologia BiG per: ridurre artificialmente la concorrenza tra gli editori, facendo scendere i prezzi degli spazi pubblicitari e diminuendo i guadagni; favorire i propri prodotti pubblicitari, come Google AdSense e Google AdX, rispetto a quelli dei concorrenti; e, infine, raccogliere e utilizzare dati sugli utenti in modo anticoncorrenziale, per creare un vantaggio ingiusto per i propri prodotti pubblicitari.

Google ha negato le accuse e ha definito la class action "basata su speculazioni". La società ha dichiarato che si opporrà  alle accuse in tribunale.

Il caso è considerato un precedente importante per la concorrenza nel mercato della pubblicità digitale. Se gli editori dovessero vincere la causa, potrebbe avere un impatto significativo sul modo in cui Google opera nel mercato pubblicitario e potrebbe aprire la strada ad altre class action simili in altri paesi.

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