Il video advertising è un mercato in forte crescita, ma ancora non del tutto maturo e definito. Ne è convinto Marco Paolieri, Ceo di Viralize (e suo fondatore insieme a Ugo Vespier, chief product officer e Maurizio Sambati, chief tecnology officer) che abbiamo sentito alla vigilia dell'IAB Seminar del 18 ottobre. La società, specializzata nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia per il video online, sta crescendo a ritmi sostenuti, segno che il mercato in cui opera è in pieno fermento e ancora aperto all’innovazione giovane e dinamica di una realtà che punta anche all’espansione internazionale.
Marco, come sta interpretando Viralize i trend emergenti del video adv?
Più di un anno fa, congiuntamente con la forte crescita del mercato mobile, abbiamo anticipato i tempi e sviluppato tecnologie e formati mirate all’erogazione pubblicitaria su mobile che si sono rivelate innovative e prime sul mercato. Oggi, nonostante la grande domanda di inventory, i placement video innovativi e integrati nel contesto editoriale scarseggiano. Gli advertisers hanno la necessità di un targeting mirato e di contesti editoriali il più possibile in linea con il messaggio pubblicitario. Crediamo che parte del futuro del video adv passi dalla soluzione di questi problemi e ci poniamo in prima linea per dare il nostro contributo, facendo leva su tecnologia e innovazione.
In questo scenario resta però il problema di formati video troppo invasivi per gli utenti. Come vi state rapportando a questa questione?
È senz’altro un problema reale, come dimostrato dalla crescente diffusione degli ad blocker. Crediamo che il problema derivi da una mancata integrazione dell’esperienza pubblicitaria con i contenuti editoriali. La pubblicità native rappresenta in questo senso una grande opportunità per arricchire i contenuti editoriali. Con i formati nativi che proponiamo ai nostri editori, diamo la possibilità di arricchire il contenuto con video correlati insieme a video ads sponsorizzati. Con il Native, Viralize fa da ponte tra editori e creatori di contenuti, attraverso formati che conciliano la distribuzione di video correlati, monetizzati attraverso pre-roll, e contenuti sponsorizzati. Questo permette di creare inventory video in contesti editoriali che, per natura, non sono intrusivi.
Come ha chiuso Viralize il primo semestre? E quali i risultati raggiunti dal formato ViP?
Il primo semestre di quest’anno ha segnato per Viralize una forte crescita. In soli sei mesi abbiamo raddoppiato il fatturato dell’intero 2015, e abbiamo avviato nel secondo semestre l’espansione internazionale. Video in Picture è oggi il nostro formato outstream più richiesto e di successo. Nasce come risposta alle esigenze dirette di inserzionisti ed editori. Se da un lato gli inserzionisti sono alla ricerca di alti tassi di viewability e coinvolgimento, gli editori vogliono mantenere un buon compromesso tra esperienza utente e ricavi pubblicitari, limitando l’intrusività degli spot. ViP è il punto d’incontro tra queste due esigenze. Abbiamo ricreato sul web l’esperienza della modalità “picture in picture” tipica della televisione, riuscendo così a ottenere performance sui più importanti KPI, come VTR, viewability e CTR, superiori ai benchmark di riferimento.
Siete al lavoro su qualche novità che è possibile anticipare?
Stiamo lavorando a delle novità nell’ambito dei dati e dei contenuti che comunicheremo entro fine anno. Nel frattempo, Viralize continua la sua espansione internazionale. In particolare, dopo l’apertura del mercato UK a giugno, apriremo in Spagna e USA nel mese di ottobre.