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12/07/2023
di Caterina Varpi

Molestie nelle agenzie, i founder di Re:B spiegano l'iniziativa e replicano alle associazioni di settore

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In seguito alla nascita del movimento #metoo nel settore della pubblicità italiano, "annunciamo con orgoglio la nascita di Re:B, un collettivo fondato da vittimə di molestie e alleatə che ha l’obiettivo di rendere i luoghi di lavoro del nostro settore liberi da ogni tipo di discriminazione di genere, in particolare molestie e abusi": con queste parole viene presentata tramite un comunicato l'inizativa Re:B, uno spazio per offrire assistenza alle vittime di molestie, fondato da Tania Loschi, Giulia Mandalà, Sara Rruga Dervishi, Linda Codognesi e Zahra Abdullahi.

"Ad oggi, il nostro settore non ci rappresenta, non ci appartiene e non ci tutela. Re:B rappresenta la nostra volontà di arginare un problema sistemico e ben radicato mostrando che un’alternativa è possibile", spiegano le founder del progetto nel comunicato.

Il manifesto di Re:B si basa su tre pilastri fondamentali, rebellion, rebuilding e rebooting: "Riconosciamo che è tempo di sradicare la cultura tossica, discriminatoria e sessista dall'interno del settore pubblicitario e non accetteremo più scuse e giustificazioni; invece, promuoveremo azioni e prese di coscienza che porteranno a un cambiamento reale. Ribellarsi per ricostruire e riavviare un sistema che ne ha un urgente bisogno".

Con Re:B, che mette a disposizione spazi di ascolto e supporto legale, si vuole dare voce alle esperienze di molestie e abusi per mettere in luce un problema che richiede una soluzione immediata, instaurando un dialogo diretto e onesto con gli enti di vertice del settore.

"Crediamo che solo attraverso un approccio basato sull’autenticità, sul dialogo aperto e sulla presa di coscienza e responsabilità si possano davvero creare connessioni profonde che valorizzino le esperienze di tuttə".

Re:B - continua la nota stampa - agisce in modo coerente con i propri valori e principi. Siamo coraggiosə e determinatə, non abbiamo paura di alzare la voce su questioni importanti e sostenere ciò in cui crediamo. Siamo un collettivo pratico e orientato all'azione, desideroso di creare un impatto positivo e di ottenere risultati tangibili che migliorino la realtà lavorativa di tuttə.

Il nostro messaggio è chiaro: il sistema attuale deve cambiare, e Re:B sarà l'anello di congiunzione tra professionisti di settore, agenzie, vittime, colpevoli, alleati, enti ed associazioni del settore pubblicitario per creare un futuro migliore e più inclusivo".

La risposta del collettivo alle dichiarazioni di Adci, Una e Obe

Intanto il collettivo, tramite un comunicato pubblicato su LinkedIn, ha risposto alle dichiarazioni delle associazioni di settore - che nelle scorse settimane hanno annunciato un tavolo di lavoro sulla responsabilità sociale per la industry della comunicazione, per lavorare su un’ampia gamma di temi e soluzioni e affrontare le problematiche sollevate dal movimento Metoo (ne abbiamo parlato qui) -, chiedendo delle soluzioni tempestive e concrete:

"Crediamo che la risposta non solo debba essere forte, ma anche immediata. Sono settimane che assistiamo a un continuo rimbalzo di responsabilità. Oltre che al tentativo di screditare e sminuire l’entità del problema che affligge il nostro settore". 

Nel comunicato, si racconta come siano stati raccolti tramite i loro canali più di 1000 contatti: "Il problema delle molestie e degli abusi nel mondo dell’advertising riguarda più di 200 entità (tra agenzie e singoli molestatori). In almeno 10 di queste agenzie è stata segnalata la presenza (attuale o in un passato recente) di una chat di soli uomini il cui scopo è commentare, svilire e sessualizzare le colleghe".

"Dobbiamo pensare che le associazioni di settore come Adci, Una e Obe considerano il fenomeno come una crisi PR da gestire e non come un problema endemico? Nessun tipo di provvedimento concreto, finora, è stato preso. I vostri comunicati stampa non sono sufficienti. Noi siamo a disposizione di chiunque (persone, enti, agenzie) voglia parlarci,ascoltarci, costruire il cambiamento insieme".

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