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14/05/2024
di Lorenzo Mosciatti

Lo stop alla pubblicità legale mette nei guai i quotidiani

Walter Bonanno di FCP-Assoquotidiani: «Pronti a cogliere opportunità innovative per mantenere la rilevanza e il valore della stampa quotidiana nell'ecosistema mediatico contemporaneo»

Walter Bonanno

Walter Bonanno

Le concessione pubblicitarie degli editori della stampa esprimono preoccupazione per la decisione del Governo di non rinnovare l'obbligo di pubblicazione sui quotidiani degli annunci legali. 

In una nota, FCP-Assoquotidiani sottolinea come nel primo trimestre dell’anno, segnato per il mezzo da un calo della spesa advertising dell’11,3%, “è la pubblicità legale a rappresentare il nodo cruciale della situazione, con una drastica diminuzione degli investimenti e una performance negativa del 40,5%. Un calo attribuito principalmente all'abolizione dell'obbligo di pubblicazione di bandi/esiti di gara sui quotidiani, decisione che ha fortemente influenzato il mercato pubblicitario nel perimetro delle concessionarie associate a FCP-Assoquotidiani”. 

Il presidente di FCP-Assoquotidiani Walter Bonanno sottolinea come la pubblicità legale rappresenti l’11,2% del totale dei ricavi advertising annuali, per un totale di circa 45 milioni di euro. L'impatto sul comparto dunque è rilevante. 


Leggi anche: PUBBLICITÀ, GLI INVESTIMENTI DEI BRAND AUMENTANO DEL 3,6% NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2024


"La recente evoluzione del mercato pubblicitario della stampa quotidiana riflette una trasformazione profonda nel modo in cui le informazioni vengono veicolate e consumate dalla società moderna, dice Bonanno, allargando le sue considerazioni al settore media. “Come Federazione, siamo consapevoli delle sfide che questo cambiamento impone al nostro settore. Tuttavia, restiamo fiduciosi nell'abilità dei nostri associati nell'adattarsi a queste nuove dinamiche e nell'identificare opportunità innovative per mantenere la rilevanza e il valore della stampa quotidiana nell'ecosistema mediatico contemporaneo. Continueremo a lavorare in stretta collaborazione con il mercato pubblicitario e le istituzioni per promuovere un ambiente favorevole alla crescita e alla sostenibilità del settore”.

Tornando all'analisi del trimestre, il calo è attribuito da FCP principalmente alla diminuzione degli investimenti pubblicitari con particolare attenzione ad alcune tipologie pubblicitarie che ne hanno risentito in misura maggiore e che hanno contribuito al risultato negativo del trimestre. La pubblicità commerciale nazionale e commerciale locale mostrano entrambe una contrazione, seppur con dinamiche diverse. La prima subisce un calo del 9%, principalmente a causa di un rimbalzo rispetto al periodo positivo dell'anno precedente, dove si registrava una crescita del 3,5% (su base dati consolidata). la pubblicità commerciale locale registra invece un calo inferiore, solo del 2,2%, risultando essere più "reattiva" rispetto alla componente nazionale.

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