La decisione di Google, dopo anni di annunci e rinvii, di non eliminare il supporto ai cookie di terze parti su Chrome a favore di "una nuova esperienza di navigazione che permetta agli utenti di fare scelte informate sulla gestione dei cookie e di modificarle in qualsiasi momento" (leggi qui), ha suscitato reazioni nel settore della pubblicità digitale.
Amélie Grenier-Bolay, Country Manager Italy & MENA di PubMatic, adtech company indipendente, ha rilasciato a Engage il suo commento sulla questione.
“PubMatic è da sempre impegnata a migliorare la privacy degli utenti, assicurando al contempo la vitalità dell'ecosistema della pubblicità digitale. I publisher devono continuare ad adottare segnali diversi oltre ai cookie di terze parti. Le decisioni e le tempistiche di Google non dovrebbero ostacolare il progresso del nostro settore verso una supply chain di livello superiore per la pubblicità digitale, nell’open internet. Abbiamo visto come i segnali alternativi siano in grado di offrire risultati migliori tanto per gli advertiser quanto per i consumatori, oltre a fornire una strategia di addressability più sostenibile”.
L’evoluzione verso nuovi identificativi resta quindi auspicabile, soprattutto per mantenere la privacy degli utenti al centro delle discussioni e del lavoro di tutti i player: “Valutiamo gli sforzi collaborativi all'interno della nostra industry, compresa la reattività di Google ai feedback, e siamo determinati a contribuire a plasmare un panorama pubblicitario digitale più efficace e incentrato sulla privacy. Siamo consapevoli del fatto che le API devono evolversi alla luce dell'annuncio di Google e continueremo a collaborare con i nostri colleghi per comunicare dettagli e tempistiche. Durante questa transizione, l'obiettivo di PubMatic rimane quello di supportare gli editori nel massimizzare i loro ricavi rispettando, al tempo stesso, la privacy degli utenti”, chiosa Amélie Grenier-Bolay.