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23/07/2024
di Francesco Leone

Cookie deprecation, Jeff Green sul dietrofront di Google: “Un errore strategico evitato”

Il commento del CEO e founder di The Trade Desk sull’ultimo colpo di scena nell'eliminazione dei cookie di terze parti dal browser di Big G

Jeff Green, CEO & Founder di The Trade Desk

Jeff Green, CEO & Founder di The Trade Desk

La decisione di Google di non procedere con la deprecazione dei cookie di terze parti ha suscitato reazioni contrastanti nel settore della pubblicità digitale. La scelta di Big G, che segna l’ennesimo capitolo di quella che è stata una vicenda che da anni ha catalizzato la industry, è stata commentata a Engage da Jeff Green, CEO e founder di The Trade Desk, tra i principali attori del settore adtech.

 “Sono anni che dico al nostro settore, a Google e persino a Wall Street che ritengo sia un errore strategico per Google sbarazzarsi dei cookie di terze parti. Ora sembra che siano d'accordo. Google ha finalmente riconosciuto quello che il settore pubblicitario dice da anni: la privacy sandbox non è un buon prodotto e non protegge a sufficienza la privacy dei consumatori né dà potere agli advertiser. E probabilmente danneggia soprattutto la monetizzazione degli editori”, riferisce Green, che ha proseguito: “Google sembra finalmente riconoscere che l'opzione migliore per loro è quella di dare ai consumatori la possibilità di scegliere. La domanda che rimane è: Google darà davvero la possibilità di scegliere ai consumatori? O prenderà la decisione per i consumatori e poi renderà loro difficile cambiarla? Apple ha già intrapreso questa strada, che dà potere ad Apple e svalorizza l'esperienza degli utenti, affermando al contempo che l'utente può cambiarla se lo desidera davvero e se ha la volontà di fare molti clic per trovare i pulsanti”.

Questo commento mette in luce una preoccupazione condivisa da molti nel settore: la possibilità che il colosso di Mountain View, pur affermando di voler offrire scelta agli utenti, possa in realtà rendere il processo di modifica delle impostazioni di privacy complesso e poco intuitivo, seguendo un approccio simile a quello di Apple. La questione di fondo rimane se Google riuscirà davvero a mettere il controllo nelle mani dei consumatori o se questa sarà solo un'illusione di scelta.

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