La recente decisione di Google di non eliminare il supporto ai cookie di terze parti su Chrome ha suscitato numerose reazioni nel settore della pubblicità digitale (leggi qui).
Tra queste si registra anche quella di IAB Europe che ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta all'annuncio del colosso di Mountain View.
“IAB Europe prende atto dell’annuncio da parte di Google che, invece di deprecare il supporto ai cookie di terze parti su Chrome, ‘introdurrà una nuova esperienza in Chrome che consente alle persone di fare una scelta informata che si applica a tutta la loro navigazione web’. L’annuncio è stato fatto in concomitanza con la pubblicazione dei risultati dei test buy-side e sell-side delle API Privacy Sandbox, che hanno confermato che le perdite di fatturato derivanti dalla deprecazione dei cookie di terze parti potrebbero essere attenuate dall’uso delle API, anche se in misura diversa a seconda dello scenario”, riporta in prima battuta la nota dell’associazione.
La dichiarazione di IAB Europe - oltre a sottolineare che "L'Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA), che ha supervisionato lo sviluppo della Privacy Sandbox in seguito agli impegni assunti da Google nel 2021, ha dichiarato che lavorerà a stretto contatto con l'Ufficio del Commissario per l'Informazione del Regno Unito per esaminare attentamente il nuovo approccio di Google alla Privacy Sandbox ed è aperta a ricevere feedback dalle parti interessate fino al 12 agosto" - sottolinea poi le criticità dell’approccio alternativo proposto da Big G: “I controlli da parte dell’utente in relazione all’impostazione dei cookie e al trattamento dei dati personali a fini pubblicitari sono già oggetto di standard a livello di settore che si basano sui requisiti dettagliati stabiliti dal GDPR e dalla direttiva ePrivacy. Questi standard tengono conto del fatto che le scelte dell’utente a livello di browser non possono consentire di stabilire un consenso informato e specifico ai sensi del GDPR. Non è chiaro quale valore possa avere l’aggiunta di un livello di scelta supplementare, con il conseguente rischio di introdurre un’esperienza utente frammentata”.
L’associazione mette in guardia anche riguardo al potenziale pregiudizio per gli editori: “Sembra probabile che un approccio di questo tipo comporti per gli editori lo stesso pregiudizio dell’ATT di Apple, attualmente oggetto di esame antitrust in diverse giurisdizioni dell’UE. Il modo in cui i controlli legati alla disponibilità di cookie di terze parti saranno presentati agli utenti finali e articolati con i controlli già previsti per le API Privacy Sandbox sarà di particolare importanza per valutare l’impatto sulla concorrenza”.
Infine, IAB Europe invita Google a garantire che lo sviluppo avvenga in stretta collaborazione con le organizzazioni che definiscono gli standard del settore e che tenga in debito conto il feedback del settore, anche mentre continua a perfezionare e migliorare gli strumenti Sandbox. “A questo proposito, è importante riconoscere l’impegno di Google nel settore della Privacy Sandbox fino ad oggi, pur essendo consapevoli dei rischi evocati sopra in relazione all’approccio alternativo annunciato” conclude la nota.