di Simone Freddi

Il Ceo di Quantcast: «Il “no” di Google agli identificativi alternativi ai Cookie è una pessima notizia»

Secondo Konrad Feldman, le ultime mosse di Big G in materia di privacy confermano «la volontà di danneggiare la pubblicità nell’Open Internet»

Konrad Feldman

La decisione di Google di non supportare le iniziative di identity del settore rappresenta per editori e creatori di contenuti «una pessima notizia» secondo Konrad Feldman, Co-founder e Ceo di Quantcast.

Secondo il co-fondatore della data-company americana, che negli scorsi giorni ha presentato al mercato la sua nuova soluzione di audience intelligence sviluppata per far fronte alle più moderne normative sull’utilizzo dei dati a fini pubblicitari, le ultime mosse di Google in materia di privacy confermano «la volontà di danneggiare la rilevanza della pubblicità nell’Open Internet».


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«Quasi 5 miliardi di persone si affidano all’Open Internet per accedere a informazioni, news, contenuti formativi e d’intrattenimento di qualità e affidabili. Google ancora una volta ha mostrato la volontà di danneggiare la rilevanza della pubblicità nell’Open Internet. Una mossa che andrà a completo beneficio delle miniere d’oro del motore di ricerca e di Youtube che non verranno per niente influenzati da questa operazione - attacca Konrad Feldman -. Siccome nell’Open Internet diventa ancora più difficile erogare una pubblicità efficace o addirittura effettuare una misurazione dell'efficacia, molti degli investimenti pubblicitari entreranno direttamente nelle casse dei giganti del tech a discapito di un internet libero e aperto».


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