Semaforo verde della Commissione Europea al nuovo accordo tra USA e UE per il trasferimento dei dati: con la decisione di adeguatezza sull'EU-US Data Privacy Framework, l’esecutivo comunitario ha concluso che “gli Stati Uniti assicurano un livello di protezione adeguato, paragonabile a quello dell'Ue, per i dati personali trasferiti dall'Ue alle società Usa nell'ambito del nuovo quadro. In base alla nuova decisione i dati personali possono fluire in sicurezza dall'Ue alle società statunitensi partecipanti, senza altre misure di protezione”.
Cosa cambia per la pubblicità online
Si tratta di un accordo importante, con un impatto diretto anche sul mercato della pubblicità online, che da sempre fa affidamento sulla raccolta e l’analisi dei dati sugli utenti per inviare annunci personalizzati e misurare l’efficacia delle campagne. La decisione della commissione consentirà d'ora in poi alle grandi aziende americane (Meta e Google, per esempio) di raccogliere i dati personali dei cittadini europei. Per farlo le società statunitensi si dovranno impegnare a rispettare una serie di obblighi, ad esempio eliminare i dati personali se non più necessari per lo scopo per il quale sono stati raccolti e garantire la continuità della protezione quando i dati sono condivisi con terzi. Per gli utenti europei sono previste una serie di garanzie su come i dati vengono raccolti e utilizzati, tra cui la possibilità di opporsi ed appellarsi nei casi in cui si ritiene che le informazioni personali siano state raccolte in modo scorretto.
Il nuovo quadro "garantirà flussi di dati sicuri per gli europei e porterà certezza del diritto alle aziende su entrambe le sponde dell'Atlantico", ha detto la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, che ha sottolineato il "passo importante per dare fiducia ai cittadini che i loro dati sono al sicuro, per approfondire i nostri legami economici tra l'Ue e gli Stati Uniti".
Le prospettive dell’accordo
Il nuovo quadro giunge dopo 3 anni di vuoto normativo in seguito all’annullamento del precedente accordo denominato “Privacy Shield” da parte della Corte di giustizia nel luglio 2020.
Tuttavia, come notano diversi osservatori, anche il nuovo accordo potrebbe incontrare degli ostacoli legali. Non si è fatta attendere per esempio la presa di posizione di Max Schrems, l’attivista della privacy che attraverso la sua associazione Noyb aveva già contestato con successo la validità dei due precedenti accordi per il data transfer transatlantico, il ‘Safe Harbour’ e il ‘Privacy Shield’. Schrems ha già annunciato che intende tornare davanti alla Corte di Giustizia Europea anche questa volta, sarà la terza, e di aspettarsi una risposta nel 2024 o 2025.
A tal proposito riportiamo il commento dell’avvocato Massimiliano Masnada, Partner dello studio legale Hogan Lovells. "Il nuovo accordo di safe harbour va salutato con favore da parte non solo delle imprese europee ma anche dai cittadini stessi. Il flusso costante di dati personali tra EU e USA non è stato mai seriamente messo in discussione dai velleitari ricorsi degli attivisti di Noyb ed è irrealistico che singoli provvedimenti delle autorità europee possano superare una logica connaturata e irreversibile all’interno di un mercato globalizzato. Le note sentenze della Corte di Giustizia sono servite a porre il problema e favorire un sistema di tutela della persona e di garanzie per l’interessato che avvicina gli USA agli standard europei. Del resto, la parola “privacy” è centrale nei messaggi delle big tech. Basti guardare la nuova pubblicità di Apple relativa all’iphone14. Questo accordo ratifica qualcosa che già da tempo il mercato globale ha fatto proprio".