L’internet advertising si avvia a chiudere il 2023 con una raccolta di 4,84 miliardi di euro, in crescita dell’8% sul 2022, ovvero circa 370 milioni di investimenti in più in valore assoluto. Ad annunciarlo è stato Carlo Noseda, presidente di IAB Italia, aprendo i lavori della ventunesima edizione di IAB Forum, l'evento organizzato da IAB Italia in corso a Milano.
Una crescita dunque non a doppia cifra, come il settore ci ha abituati negli anni passati, ma migliore del +4% registrato lo scorso anno, quando la guerra russa-ucraina aveva determinato una frenata degli investimenti in particolare nel primo semestre. La fetta più importante della torta, ha poi specificato Denise Ronconi, direttrice dell'Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, continua a spettare nel 2023 ai grandi player internazionali della pubblicità digitale, con una quota dell’81%, in linea con lo scorso anno. Il che vuol dire che le Big Tech non hanno eroso quest'anno quote di mercato agli attori nazionali del comparto.
A trainare lo sviluppo della pubblicità digitale è il video, che si conferma il primo formato per raccolta con un'incidenza del 36% e una crescita del 13% sul 2022, dovuta in particolare alla pubblicità delle app fruite tramite tv connesse.
La Tv 2.0 ha infatti visto crescere nel 2023 gli investimenti pubblcitari del 28% raggiungendo i 462 milioni di euro di investito. «La crescita è determinata soprattutto dall’aumento delle inventory messe a disposizione dai broadcaster e dai nuovi player che hanno fatto il proprio ingresso nel mercato modificando il proprio modello di business con l’inserimento di un’offerta pubblicitaria», come Netflix, Disney+ e presto Amazon Prime. «Inoltre, anche lato investitori si è registrato un maggiore interesse verso l'Advanced Tv, che viene inserita in misura crescente nelle strategie pubblicitarie video. La convergenza tra tv digitale e tradizionale offre dunque nuove opportunità alle aziende e proprio per questo è importante che tutti gli attori della filiera facciano oggi fronte comune per la definizione di currency condivise».
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Tornando all'analisi dei mezzi della pubblicità digitale, ha concluso Ronconi, dopo il video la display ha una quota del 29% e cresce del 5% sul 2022, mentre la search segue con il 27% (in aumento del 6%). Seguono la classified e l’ecommerce advertising (7% e +7% sul 2022), l’email (1%, in calo del 5%) e l’audio (sempre con l’1% e in crescita del 27% a circa 34 milioni).