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26/05/2016
di Simone Freddi

1,3 milioni di utenti mensili, audience fidelizzata e formati di qualità: il MailOnline punta sull'Italia

James Leaver, International General Manager del sito di news in inglese più letto al mondo, spiega ad Engage le strategie italiane della società, che a livello locale si è affidata a WebAds

Un’audience di qualità e molto fidelizzata, grazie all’approccio “Seriously Popular” che ne ha fatto il sito di news in lingua inglese più letto al mondo, un’offerta pubblicitaria completa che spazia dal video a formati display ad alta viewability sia su desktop sia su mobile, e numeri di tutto rispetto anche a livello locale con 1,3 milioni di utenti unici. Parliamo di MailOnline, la versione online del DailyMail. Dopo aver reso disponibile per qualche tempo la propria inventory online agli investitori italiani solo attraverso le piattaforme di programmatic, la testata ha deciso di rendere decisamente più ambiziosa la propria strategia in Italia affidandosi a livello locale a WebAds, cui spetta il compito di facilitare l’incontro con i maggiori investitori locali. Proprio nella sede milanese della concessionaria guidata da Constantijn Vereecken abbiamo incrociato James Leaver, International General Manager di MailOnline, appena arrivato nel nostro Paese per incontrare clienti e centri media. «Con 235 milioni di browser unici il MailOnline è il sito di news in lingua inglese più letto del mondo, ma ritengo che il maggior elemento distintivo della nostra offerta sia il livello di engagement della nostra audience – ci ha detto Leaver -. Circa il 30% dei nostri lettori sono altamente fidelizzati, con frequenza quotidiana e tempi in pagina superiori agli undici minuti grazie ai contenuti di qualità e al contempo molto freschi per l’approccio “seriously popular” che contraddistingue la nostra testata». Stati Uniti e Gran Bretagna si contendono la palma di primo mercato per il sito del quotidiano nato a Londra, che comunque anche nel nostro Paese può vantare numeri di tutto rispetto, considerando la scarsa dimestichezza con l’inglese di gran parte della popolazione: «In Italia raggiungiamo 1,3 milioni di utenti e 13 milioni di pagine viste al mese», spiega il manager, arrivato al MailOnline sette mesi fa da Microsoft proprio per sviluppare la presenza internazionale del sito. «In un momento in cui, grazie al programmatic, il target è raggiungibile ovunque nello sterminato campo del digitale, noi rilanciamo il valore del contesto» afferma Leaver. «La proposta che facciamo agli advertiser italiani è quella di raggiungere un’audience molto coinvolta, in un contesto autorevole, credibile e familiare». Per la prima volta a Milano, Leaver è impegnato in una serie di meeting sul nostro mercato. Gli abbiamo chiesto se rileva delle peculiarità nell’approccio dei media buyer locali. «Non in particolare: c’è molta attenzione per il video, cui possiamo rispondere con un vasto bacino che integra preroll e formati inRead, e per la viewability, fronte sul quale ci stiamo da tempo impegnando per offrire i migliori standard, con i nostri formati premium che garantiscono viewability sempre superiori al 60%, a partire dallo sticky billboard che resiste allo scroll». E gli obiettivi? «Spero di vedere presto tante campagne premium italiane girare sulle nostre properties – risponde Leaver –, devo dire che in queste prime settimane di collaborazione con WebAds vediamo già una forte crescita dell’attività. L’obiettivo è posizionare MailOnline come un interlocutore importante per gli advertisier italiani sia per le loro strategie locali, sia internazionali», aggiunge il manager. Due in particolare, sono le tipologie di investitori cui la testata, secondo James Leaver, può offrire risposte importanti: «Da un lato, aziende interessate a comunicare con un pubblico italiano di profilo elevato o verticale in settori come l’entertainment, il cinema, l’automotive. Dall’altro, aziende basate in Italia che però guardano a un pubblico internazionale come gli operatori turistici e di trasporto, gli ecommerce, il Made in Italy. A loro possiamo offrire sia segmentazioni sociodemografiche su scala globale, sia specifici mercati».

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