di Teresa Nappi

Cookie deprecation, Marcello Gruppo sul dietrofront di Google: “Servono comunque soluzioni alternative”

Il commento del Senior Insights Director Southern Europe di Ogury sulla decisione del colosso di Mountain View di non eliminare il supporto ai cookie di terze parti dal browser Chrome

Marcello Gruppo

La decisione di Google - dopo anni di annunci e successivi rinvii - di rinunciare al suo progetto di eliminare il supporto ai cookie di terze parti dal browser Chrome a favore dell’introduzione di “una nuova esperienza di navigazione che consenta agli utenti di fare scelte informate sulla gestione dei cookie e di modificarle in qualsiasi momento” (leggi qui), ha suscitato reazioni nel settore della pubblicità digitale.

Marcello Gruppo, Senior Insights Director Southern Europe di Ogury, azienda attiva a livello globale nel personified advertising, ha rilasciato a Engage un suo commento sulla questione.

“In risposta alle pressioni normative e di mercato, Google lascerà ai consumatori la libertà di scegliere se consentire a terze parti (gli editori) di utilizzare i loro cookie. Resta da vedere come questo cambiamento verrà messo in atto; tuttavia, se, come ragionevole, verranno replicate le dinamiche già attuate da altri player del mercato, ci aspettiamo che la soluzione porti agli stessi, alti, tassi di rinuncia al tracciamento. Inoltre, gli identificatori pubblicitari sono già stati eliminati da Safari e Firefox, e i consensi al tracciamento si stanno progressivamente riducendo anche su Chrome. Nel complesso il 50% del traffico sull’open internet non è tracciabile tramite cookie. Di conseguenza, gli inserzionisti stanno già sperimentando una diminuzione della disponibilità di identificatori per le loro campagne. La realtà è che il nostro settore si trova a un punto di svolta decisivo nella protezione dei dati dei consumatori, e questo cambiamento è iniziato molto prima che Google decidesse di implementare la Privacy Sandbox”.

In pratica, la decisione di Google di ritardare la deprecazione dei cookie di terze parti offre una breve tregua agli inserzionisti, ma non dovrebbe essere vista come una soluzione permanente: “Tenendo presente quanto sopra, gli inserzionisti non dovrebbero considerare l'annuncio di Google come un'opportunità per rimandare il passaggio a soluzioni che non si basano esclusivamente su identificatori di terze parti. È inutile che il nostro settore si aggrappi a un modello destinato a scomparire. Piuttosto, è giunto il momento che gli inserzionisti investano in soluzioni alternative che consentano loro di implementare le campagne su larga scala, indipendentemente dalle future decisioni del settore, dando al contempo priorità alla privacy dei consumatori”, chiosa Marcello Gruppo.

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