Il monito dell’Antitrust Ue a Google: “Venda parte dei suoi servizi pubblicitari”
La Commissione Europea ordina a Big G "la cessione obbligatoria" di parte dei suoi servizi pubblicitari online per porre fine ai problemi di concorrenza rilevati nel settore ad tech
Al termine di un'indagine preliminare avviata nel giugno 2021, l'Antitrust Ue, nella persona del Commissario alla Concorrenza Magrete Vestager, ha recapitato una comunicazione di addebiti a Mountain View (attraverso la forma dell’opinione preliminare ndr.), imputando alla società di aver "violato le norme Ue" abusando del suo dominio nella filiera della tecnologia pubblicitaria.
Nel dettaglio, Bruxelles contesta a Google l’abuso della sua posizione dominate nel mercato e il favoreggiamento dei propri servizi pubblicitari a scapito della concorrenza, di inserzionisti e di editori online. Alcuni esempi sono AdX, tra le principali piattaforme per le aste, i servizi Google Ads e DV360.
La risposta di Google
“L’indagine Ue si concentra su un aspetto ristretto della nostra attività pubblicitaria e non è nuova. Non condividiamo il punto di vista della Commissione europea e risponderemo di conseguenza”, queste le parole di Dan Taylor, vicepresidente di Google per i servizi pubblicitari globali, in risposta alla missiva di addebiti per abuso della sua posizione dominante nella settore ad tech.
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“I nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria”, ha continuato, “aiutano i siti web e le app a finanziare i propri contenuti e consentono alle aziende di tutte le dimensioni di raggiungere in modo efficace nuovi clienti”.
L’affondo di Magrete Vestager
Il Commissario che guida l’Antitrust dell’Ue, dopo la notifica a Big G e nel corso di una conferenza, ha rilasciato alcune dichiarazioni molto dure nei confronti della società: parole che riguardano l’azione intrapresa dalla Commissione.
“Finché questi conflitti di interesse rimarranno in essere, Google potrebbe continuare tali pratiche di ‘autopreferenza’ o potrebbe impegnarsi in nuove pratiche. Un rimedio che richieda a Google solo di cambiare il proprio comportamento consentirebbe a Google di continuare a fare ciò che ha fatto finora, solo sotto un diverso travestimento”, riferisce Vestager.
“Se la Commissione dovesse concludere che Google ha agito in modo illegale, potrebbe richiedere a Google di cedere parte dei suoi servizi. Ad esempio, Google potrebbe cedere i suoi strumenti lato vendita, DFP e AdX. In tal modo, porremo fine ai conflitti di interesse. Le condotte che abbiamo indagato hanno ovviamente una dimensione mondiale. Questo è il motivo per cui abbiamo collaborato strettamente con altre autorità garanti della concorrenza. Desidero inoltre ringraziare le autorità nazionali garanti della concorrenza di Danimarca, Italia e Portogallo, che hanno svolto misure investigative sulle pratiche ad tech. Abbiamo anche contatti regolari con il Dipartimento di Giustizia negli Stati Uniti e l’Autorità per la Concorrenza e i Mercati del Regno Unito. Esistono ovviamente differenze tra le nostre procedure legali dei nostri sistemi giuridici, ma condividiamo la stessa opinione su ciò che è positivo per la concorrenza e, in ultima analisi, su come risolvere al meglio i problemi a vantaggio dei consumatori e dei cittadini”, ha concluso.