05/07/2024
di Simone Freddi

Antitrust: Chiara Ferragni si impegna a donare 1,2 milioni e separa beneficenza e pubblicità

Chiusa l'istruttoria sul caso "Uova Dolci Preziosi" grazie all'accordo raggiunto con le società dell'imprenditrice. Tuttavia, persistono le difficoltà nel business, tra voci di chiusure e licenziamenti

Accordo tra Chiara Ferragni e l’Antitrust. L’autorità ha deciso di chiudere l’istruttoria sul caso delle Uova di Pasqua - Dolci Preziosi, valutando positivamente una serie di impegni assunti dalle società oggetto del provvedimento (TBS Crew e Fenice, riconducibili all’influencer, e Cerealitalia, titolare del marchio Dolci Preziosi).

I nuovi impegni delle società di Chiara Ferragni

Chiara Ferragni ha spiegato la natura di tali impegni in un video suInstagram, dove ha condiviso con i follower il comunicato emesso dalla società. "Il primo impegno consiste in un contributo economico volontario che è quindi una donazione e non una sanzione, per un minimo di 1 milione e 200 mila euro a favore dell'impresa sociale ‘I Bambini delle Fate", ha sottolineato l’imprenditrice digitale.

Nel video pubblicato tra le sue storie, Chiara Ferragni ha aggiunto che le sue società "si assumono poi l'impegno cui tengo in modo particolare della separazione totale delle operazioni commerciali dalle attività benefiche che comunque non smetteremo di fare. Infine, TBS Crew e Fenice formalizzeranno un’autoregolamentazione interna per il corretto svolgimento delle attività di comunicazione e di marketing”.

Chiara Ferragni: donazione da 1,2 milioni a "I Bambini delle Fate"

L'impegno più rilevante prevede che siano devoluti a "I Bambini delle Fate" (l’associazione coinvolta nell’iniziativa “Uova di Pasqua - Dolci Preziosi” oggetto dell’istruttoria Antitrust) nell'arco di tre esercizi finanziari, almeno 1,3 milioni di euro. Le società della Ferragni devolveranno all’associazione il 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1,2 milioni per il triennio, mentre altri 100 mila euro arriveranno da Cerealitalia. Sarà l’Antitrust a verificare la piena e corretta attuazione degli impegni da parte delle società. In caso di inottemperanza, oltre a riaprire il procedimento, potrà applicare una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 10 milioni di euro e, qualora l'inottemperanza sia reiterata, disporre la sospensione dell'attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni.

Appena prima dell’ufficializzazione della chiusura dell’accordo con l’Antitrust, i legali di Chiara Ferragni avevano depositato al Tar del Lazio la rinuncia al ricorso contro la stessa Autorità nell’ambito dell’altro procedimento noto come “Pandoro-gate”, rispetto al quale l’imprenditrice avrebbe dunque rinunciato all’annullamento delle sanzioni. Alle società di Ferragni, Fenice e TBS Crew, a dicembre era stata inflitta la sanzione da 1 milione di euro per il pandoro Pink Christmas, lanciato sul mercato nel 2022.

Difficoltà nel business di Chiara Ferragni: voci di chiusure e licenziamenti

Mentre da una parte Chiara Ferragni sembra quindi andare verso una soluzione ai suoi problemi giudiziari, dall’altra parte continuano le difficoltà per le sue attività imprenditoriali. Se meno di un mese fa era stata annunciata la separazione dal suo storico braccio destro Fabio Maria Damato, ex general manager di Fenice e TBS Crew, in questi giorni emergono notizie che sembrano confermare i problemi di business per le società del gruppo, le cui attività sono state danneggiate dalle vicissitudini mediatico-legali dell’imprenditrice.

E così, secondo quanto riportato dal settimanale Chi, il flagship store di Chiara Ferragni in via Capelli a Milano chiuderà i battenti entro la fine dell’estate. Inoltre, secondo quanto riferito oggi via social dal giornalista Gabriele Parpiglia, anche gli uffici di Milano sarebbero in via di ridimensionamento o chiusura. In un post, Parpiglia ha condiviso una foto di un ufficio in via di smantellamento, spiegando che "quella che vedete nella foto è una stanza di uno degli uffici che stanno chiudendo di Chiara Ferragni Collection, ovvero dove c’è chi lavora per le attività legate allo sviluppo del prodotto delle società. Alcune stanze sono state date in affitto, altre chiuse, e sono iniziati i primi licenziamenti 'eccellenti' come l’allontanamento della direttrice della comunicazione".

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