Dai primi forum online fino a TikTok, passando per Tumblr, Facebook e Twitter, praticamente tutti i social network e i gruppi di discussione che finora hanno animato l'industria di internet hanno fondato l'interazione tra i propri utenti sugli elementi visivi, come testi, immagini, video o GIF.
Tralasciando alcuni casi particolari, l'implementazione tecnologica dell'audio non è certamente stata la priorità delle grandi piattaforme. Solo negli ultimi anni, con l'ascesa della radio online e dei podcast, con l'ampio utilizzo delle note vocali nelle app di messaggistica istantanea, e infine con il cambio di abitudini causato dalla pandemia, il canale sta riguadagnando rilevanza per ragioni legate all'immediatezza e alla praticità della sua fruizione e al suo caratteristico senso di intimità.
Per questo il concetto alla base di Clubhouse, ovvero quello di un social network totalmente imperniato sulle interazioni vocali, rappresenta una grande novità per il mercato e desta la curiosità non solo degli appassionati di innovazione ma anche degli utenti comuni.
Lanciato ad aprile 2020 dall'imprenditore Paul Davison e dall’ex-Google Rohan Seth, Clubhouse ha ricevuto dopo circa un mese di attività un investimento Series A di 12 milioni di dollari dal fondo di venture capital Andreessen Horowitz, che solo lo scorso gennaio ha concesso un ulteriore finanziamento di 100 milioni di dollari, facendo raggiungere alla compagnia una valutazione di mercato di 1 miliardo. Alcuni giorni fa, la piattaforma ha dichiarato di aver totalizzato due milioni di utenti (erano 600mila a dicembre 2020) e di contare circa 180 investitori.
Come funziona Clubhouse
Clubhouse è descritto dagli stessi fondatori come un "network basato sulla voce". Un volta aperta l'applicazione, attualmente in fase beta e accessibile su dispositivi iOS solo su invito degli iscritti, l'utente visualizza una serie di "room" in cui avvengono le conversazioni attraverso chat audio in tempo reale. È possibile quindi entrare in ciascuna delle stanze disponibili, avendo la libertà di partecipare al confronto prenotando il proprio intervento, tramite alzata di mano, oppure limitandosi ad ascoltare gli altri partecipanti. Tutte le stanze sono supervisionate da dei moderatori.
L'elenco delle stanze disponibili è elaborato da un algoritmo sulla base della propria professione, degli interessi e delle amicizie strette all'interno del social network. Le discussioni sono organizzate intorno agli argomenti più disparati e spaziano dalla politica alla tecnologia.
"Pensiamo che la voce sia un medium davvero speciale", si legge sul sito di Clubhouse, "Senza una fotocamera, non devi preoccuparti del contatto visivo, di cosa stai indossando o di dove sei. Puoi parlare in Clubhouse mentre stai piegando il bucato, allattando, viaggiando, lavorando sul tuo divano nel seminterrato o facendo una corsa". Una proposta che sembra soddisfare appieno le esigenze delle persone che in tutto il mondo si stanno adattando alle condizioni della nuova normalità imposta dalla pandemia da Covid-19, sia in circostanze di lavoro che di svago.
Clubhouse ha già una community in Italia
Anche nel nostro Paese, l'interesse suscitato da Clubhouse è stato alto, tanto da stimolare online numerosi confronti e opinioni, specialmente tra esperti di tecnologia e marketing e appassionati di social network. E proprio dalla curiosità di scoprire un nuovo strumento di comunicazione, ma anche di testare un inedito spazio virtuale di dialogo, ha preso vita una community italiana dedicata specificamente a Clubhouse.
Il progetto è nato spontaneamente grazie all'iniziativa di Marta Basso, imprenditrice nell'ambito della produzione di contenuti digitali e fondatrice di Generation Warriors, di Ana Maria Fella, consulente di marketing digitale e social media strategist, e dell'illustratore Federico Cecchin.
«A gennaio ci siamo trovati su Clubhouse in Italia che eravamo quasi del tutto soli, in compagnia di alcuni italoamericani già iscritti", ha spiegato a Engage Basso, "Nonostante avessimo notato che gli utenti si erano registrati principalmente per fare networking in ambito business, e che quindi che le conversazioni potevano non avere grande attrattiva per persone con interessi più ordinari, ci siamo subito resi conto delle opportunità offerte dalla piattaforma e così abbiamo cominciato a creare un vero e proprio palinsesto di stanze tematiche. In questa prima fase abbiamo organizzato due appuntamenti fissi, uno al mattino e uno alla sera ad orario aperitivo, ma puntiamo a creare almeno 6-7 stanze su temi come lo sport, l'ecommerce, news e finanze».
Inizialmente, Clubhouse in Italia ha attirato iscritti provenienti dall'ambito business ma col tempo il social ha attratto personalità e professionisti del mondo dei media e dalla radio.
Le opportunità pubblicitarie
Attualmente Clubhouse non possiede un'inventory pubblicitaria né offre la possibilità di sponsorizzare messaggi o stanze, ma sono sempre di più le aziende e i marketer disposti a investire sulla piattaforma per avere visibilità.
«Tanti brand ci stanno chiedendo informazione sull'opportunità di fare marketing sul social network, sono aziende che operano soprattutto nel digitale ma sono convinta che ci siano grandi vantaggi anche per le piccole e media imprese», ha raccontato Basso, che con i suoi partner al momento è in contatto con la sede centrale di Clubhouse per sviluppare ulteriormente le iniziative della community italiana.
Considerata la struttura della piattaforma, l'influencer marketing si configurerebbe come lo strumento ideale per la comunicazione dei marchi, per questo Basso ha sottolineato che in questa fase intende agire di pari passo con l'evoluzione della piattaforma e in totale trasparenza nei confronti dell'utenza italiana.
In arrivo i primi strumenti di monetizzazione per i creator
Clubhouse ha confermato nel frattempo che introdurrà nuovi prodotti per aiutare i creator della piattaforma ad essere retribuiti, come gli abbonamenti, le mance e la vendita dei biglietti.
L'ultimo giro di finanziamenti servirà, tra le altre cose, a realizzare un Creator Grant Program per sostenere i talenti emergenti. Finora l'applicazione ha attratto in tutto il mondo creator, politici e celebrità di alto profilo e l'apertura di una canale di remunerazione contribuirà indubbiamente ad alimentare l'interesse dell'utenza e conquistare nuovi talenti. L'introduzione della monetizzazione per gli utenti permetterà inoltre alla stessa piattaforma di generare entrate e autofinanziarsi.
Elon Musk ha quasi fatto esplodere Clubhouse
Il social network ha ricevuto una consacrazione quasi definitiva oggi grazie alla presenza illustre di Elon Musk. Dopo aver dato appuntamento sulla piattaforma ai suoi numerosissimi follower su Twitter, l'imprenditore e fondatore di Tesla e Space X ha intavolato una grande chiacchiera virtuale sui temi più disparati, attraendo in una sola stanza 5.000 persone, ai limiti della capienza consentita. Volumi che hanno provocato alcuni problemi a Clubhouse ed evidenziato i limiti, almeno in questa fase di sviluppo, della sua infrastruttura tecnologica.
Nel dettaglio, Musk ha parlato della missione per portare l'uomo su Marte, del progetto Neuralink finalizzato alla creazione di un'interfaccia di connessione tra cervello e macchina, ma anche di Bitcoin, dei progetti Tesla nell'ambito dell'IA e di cinema.
I progetti per il futuro di Clubhouse
Secondo quanto si legge sul blog di Clubhouse, la compagnia inizierà presto lavorare alla versione dell'app per i dispositivi con sistema operativo Android ed effettuerà nuovi investimenti sui server che, a causa della crescita più rapida del previsto, hanno causato agli utenti alcuni problemi nell'utilizzo della piattaforma.
In programma inoltre l'espansione dei team dedicati alla sicurezza e al supporto degli utenti, con grande attenzione alle risorse dedicate alla moderazione alla prevenzione degli abusi, e il miglioramento del sistema di classificazione e organizzazione delle conversazioni.